In un dialogo ideale con i suoi lettori e con chiunque desideri ragionare senza pregiudizi sul nostro tempo, Susanna Tamaro riflette sulla storia del nostro Paese, sul suo presente così complesso e confuso, sul suo futuro così incerto. Parla dei giovani e dei loro progetti – della scuola che sembra averli abbandonati. Parla della natura, dell’incuria in cui il nostro splendido paesaggio è spesso lasciato, della violenza sugli animali; del decadimento morale della classe politica; del ruolo delle donne, in famiglia e nella società. Prende posizione su alcuni dei temi più caldi del dibattito culturale, dal ruolo della Chiesa nella società alla concezione della vita e della maternità.
Belle e interessanti considerazioni su tanti aspetti della vita e della società. Il contenuto è tutto senz’altro consigliabilissimo. Due punti non mi convincono:
Pag.84: “Naturalmente, un paese civile deve avere una legge sull’aborto, ma questa necessaria tutela delle donne in un momento di fragilità non è mai una vittoria per nessuno” (…) Il testo è ambiguo e può essere interpretato male, anche se il contesto generale è positivo.
Pag. 164: bel capitolo in generale sul buon esempio che devono dare i cristiani; esprime però forte perplessità sull’utilità/necessità dell’istituzione di un Pontificio Consiglio nel 2010 per la “promozione della nuova evangelizzazione”; si capisce bene l’intento di quel che dice, in cui chiede la santità dei cristiani e non gli apparati, ma forse poteva dirlo esprimendo i suoi dubbi in modo un po’ più cauto.
G.B. (2014)