
Autobiografia della famosa scrittrice triestina. Un’infanzia infelice per i genitori, nonni paterni, egoisti e squilibrati. Invece la aiutano a crescere una donna di servizio, una maestra elementare, i nonni materni, soprattutto la nonna che ispirerà il best seller "Va’ dove ti porta il cuore".
Non parla della sua conversione ma delle difficoltà che trovò nel catechismo della prima comunione e della perplessità di un giudice rotale che consentì la dichiarazione di nullità del matrimonio dei genitori, basandosi principalmente sulla testimonianza di appartenenza alla massoneria del padre, che intanto si erano entrambi ‘rifatta una vita’: il padre sparendo fisicamente, la madre obbligando i due figli ad accettare i suoi amanti, spesso violenti e squilibrati. Il rancore e l’odio che appaiono nel sarcasmo doloroso del racconto è in parte riscattato dal perdono che concede ad entrambi dopo la morte. Sembra però un ‘perdono laico’, basato sulla convenienza di non appesantirsi psicologicamente con l’odio.
A.C. (Italia, 2015)